Nuova pronuncia della Cassazione in materia di annullamento dei tributi in caso di mancata risposta alle istanze del contribuente. Per gli Avv.ti Donadei e Sances “La Suprema Corte conferma quanto già sancito nella precedente sentenza n.28354/2019 e ribadisce ancora una volta la nostra interpretazione della norma a tutela dei contribuenti”.
Se il Fisco o l’Inps non rispondono entro 220 giorni alla lettera di contestazioni del contribuente il debito viene annullato per “silenzio/assenso”. È quanto ribadito nei giorni scorsi dalla Corte di Cassazione con ordinanza n.31220 del 6 novembre scorso.
La questione, seppur riguardi una norma di oltre 10 anni fa (ossia la legge n.228/2012), è diventata di dominio pubblico solo da qualche anno grazie all’instancabile lavoro dell’associazione forense Camera Civile Salentina che per prima ha reso noto la norma organizzando convegni in giro per l’Italia.
Sul punto, interviene l’Avv. Salvatore Donadei, il quale dichiara: “Già dal 2013, insieme ai Colleghi di Camera Civile Salentina, abbiamo individuato questa legge quasi per caso durante l’esame della Finanziaria 2013 (ossia la legge n.228/2012) e abbiamo ritenuto di segnalare da subito la norma con un articolo a firma del collega, l’Avv. Matteo Sances, pubblicato in data 29.01.2013 sulla testata giuridica Altalex dal titolo <<La cartella si annulla per silenzio/assenso>>”.
Continua l’Avv. Donadei “La norma sul punto è chiara, basta leggere infatti l’articolo 1 al comma 537 della legge dove viene espressamente stabilito che i <<concessionari per la riscossione sono tenuti a sospendere immediatamente ogni ulteriore iniziativa finalizzata alla riscossione… su presentazione di una dichiarazione da parte del debitore…>>, ma non solo perché il successivo comma 540 prevede anche che <<trascorso inutilmente il termine di 220 giorni dalla data di presentazione della dichiarazione del debitore … le partite sono annullate di diritto>>. Alla luce di ciò, abbiamo chiesto da subito l’applicazione della norma tra mille difficoltà poiché nei primi anni gli enti non recepivano le nostre istanze, costringendo così i contribuenti ad avviare le prime azioni legali che hanno portato a una serie di sentenze come quelle della Corte d’Appello di Lecce, sez. lavoro n.1539/2018 e n.427/2020”.
“La recente ordinanza della Cassazione – spiega l’Avv. Matteo Sances – è dunque importante poiché recepisce i principi espressi dall’unica precedente pronuncia sempre della Suprema Corte (sentenza n.28354/2019) che riconosce l’annullamento delle pretese degli Enti in caso di mancata risposta al contribuente. Inutile dire che tali principi rivoluzionano completamente il rapporto tra contribuente e fisco spingendo fortemente verso un maggior dialogo”.
Conclude infine l’Avv. Donadei “Ovviamente siamo orgogliosi che l’interpretazione della norma ad opera dei professionisti di Camera Civile Salentina sia stata recepita dalla Suprema Corte e siamo fermamente convinti che tale attività rispecchi a pieno la tanto decantata (e da pochissimi operata) funzione sociale dell’avvocatura. Rimane comunque la domanda sul perché una legge così importante per i cittadini sia stata introdotta in pieno anonimato e scoperta quasi per caso e solo grazie alla tenacia di alcuni professionisti”.