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venerdì 22 Novembre 2024

25 APRILE, IL PROGRAMMA DELLA FESTA DELLA LIBERAZIONE

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Anche Nardò celebra domani, martedì 25 aprile, il 78° Anniversario della Liberazione d’Italia, giornata simbolo per la storia del nostro Paese in ricordo della lotta di resistenza militare e politica delle forze partigiane durante la Seconda guerra mondiale.  

La cerimonia organizzata dall’amministrazione comunale prevede alle ore 9:45 il raduno dei partecipanti in piazza Umberto I, dove sarà deposta una corona al Monumento ai Caduti. Il corteo si dirigerà poi verso piazza Salandra, dove alle 10:15, dopo i saluti e gli interventi di rito, è prevista la deposizione di una corona in ricordo di Giacomo Matteotti, don Giovanni Minzoni, Giovanni Amendola e dei martiri delle Fosse Ardeatine. Interverranno le autorità civili e militari.

“Il 25 aprile 1945 – sottolinea il presidente del Consiglio comunale Antonio Tondofu il giorno della riscossa. L’Italia fu salvata dal baratro dopo una reazione fiera e coraggiosa alla dittatura e all’occupazione straniera. Senza ambiguità, tentennamenti e interpretazioni originali, dobbiamo a quella pagina di storia il patrimonio di libertà e democrazia che oggi ci rendono forti e ci permettono di stare a pieno titolo nel consesso moderno degli Stati civili”.         

Sempre domani il Museo della Memoria e dell’Accoglienza di Santa Maria al Bagno ospiterà (ore 19) un incontro per approfondire la storia degli IMI, gli internati militari italiani che nei giorni successivi all’8 settembre 1943 furono catturati e deportati in Germania. Una sorte che accomunò circa 650 mila italiani (di cui 30 mila pugliesi), disarmati dopo l’armistizio, isolati e posti dalle truppe tedesche davanti alla scelta di combattere per la Germania nazista e la Repubblica Sociale Italiana o essere inviati nei campi di detenzione tedeschi. Moltissimi rifiutarono consapevolmente l’arruolamento e divennero “internati militari” nei lager in Germania, dove in condizioni indicibili vennero impiegati nella produzione bellica tedesca come manodopera schiavizzata (e molti dei quali persero la vita durante la detenzione). Un significativo e, fino ad oggi, sconosciuto numero di soldati neretini divenne parte degli IMI, la cui sorte è stata spesso trascurata o totalmente dimenticata dalle ricostruzioni storiche sulla Seconda Guerra Mondiale.

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