La raccolta firme per fermare i cibi sintetici lanciata da Coldiretti non esiste più. E’ questa la decisione della multinazionale di Mark Zuckerberg, non nuova a questo tipo di azioni arbitrarie.
“Già durante il periodo della pandemia – sostiene Pierpaolo Giuri, consigliere comunale di Nardò – lo strumento della censura ha colpito chiunque ponesse dei dubbi (legittimi) sulla gestione dell’emergenza sanitaria, cancellando post e addirittura profili di medici e professionisti del settore”.
“Ora – continua il consigliere con delega all’agricoltura – Facebook ha censurato la campagna di Coldiretti che aveva avviato una raccolta firme per fermare i cibi sintetici in assenza di adeguate garanzie dal punto di vista della sicurezza alimentare ed ambientale, petizione fortemente sostenuta anche dall’amministrazione Mellone”
“Ancora una volta il social network più famoso, che un tempo definiva la libertà di espressione come una priorità, imbavaglia chi non si piega al pensiero comodo alle multinazionali, dimostrando di poter dettare legge in uno spazio pubblico”.
“Nell’esprimere il mio sostegno a Coldiretti – conclude Giuri – ritengo che ora più che mai sia necessario legiferare in materia, regolamentando il potere di una multinazionale privata di poter agire senza controllo in uno spazio (ormai pubblico) così ampio”.