Con il precedente articolo abbiamo capito quanto la sana alimentazione sia importante per ridurre al minimo la probabilità di insorgenza delle malattie neoplastiche. Oggi, partendo da dati sconvolgenti, voglio farvi capire quanto la nutrizione giochi un ruolo chiave non solo nella prevenzione ma anche nella prognosi della malattia oncologica.
Ogni giorno circa 1000 persone in Italia ricevono una diagnosi di tumore maligno e circa 500 ne muoiono. Di queste 500 persone, circa il 25% muore non per la malattia oncologica in sé ma per uno stato di grave malnutrizione. Circa il 50% dei pazienti oncologici soffre di malnutrizione e circa il 25% ne muore.
Le raccomandazioni relative alla prevenzione primaria e delle recidive dei tumori, valgono anche per tutto il periodo di trattamento chemio e radio-terapico a cui i pazienti si sottopongono, con delle personali modifiche ed accorgimenti che mirano a ridurre al minimo gli effetti indesiderati della terapia stessa, quali nausea, vomito, stitichezza e infiammazione dell’apparato gastrointestinale; al contempo si miraa massimizzare l’efficacia dei farmaci chemioterapici, sfruttando il metabolismo “malsano” delle cellule tumorali.
La cellula tumorale si nutre esclusivamente di glucosio, a differenza delle cellule sane dell’organismo che possono usare anche altri nutrienti. In particolare quello delle cellule tumorali è un metabolismo anaerobico-lattacido che prevede il consumo di glucosio in assenza di ossigeno con la produzione di acido lattico che viene eliminato dalla cellula e che si accumula nello spazio interstiziale. Questo causa la riduzione del pH tessutale, condizione nota come acidemia: più è basso il pH tessutale, più è aggressivo il tumore e maggiore è la probabilità che dia luogo a metastasi nel tempo.
In questo contesto l’alimentazione deve quindi mirare a due obiettivi:
• Affamare la cellula tumorale
• Diminuire l’acidemia tessutale
Tali obiettivi si possono raggiungere con il protocollo STOP-EAT-STOP che prevede un’alimentazione specifica nei tre giorni che ruotano attorno ad una seduta di chemioterapia. Il protocollo STOP-EAT-STOP prevede tre fasi:
- 24 ore prima della seduta di chemioterapia (il giorno prima) si segue un digiuno terapeutico che prevede il consumo di soli estratti di verdura. E’ opportuno evitare di aggiungere all’estratto anche la frutta o al massimo aggiungerne una piccola porzione, con il solo fine di rendere il gusto dell’estratto più gradevole; in tal caso si sceglie la frutta meno zuccherina come ananas, kiwi e agrumi. Via libera, invece, al limone.
- Il giorno della terapia si segue una dieta ricca in zuccheri e carboidrati ad alto indice glicemico (IG). Si consiglia tuttavia di evitare di consumare cibi difficili da digerire come pizza e dolci elaborati.
Se, ad esempio, la seduta si svolge in mattinata, si consiglia di fare una colazione molto zuccherina e di bere bevande zuccherate anche durante la seduta stessa.
- 24 ore dopo la terapia (il giorno dopo) si segue nuovamente un digiuno terapeutico ma solo se il paziente non è cachettico, altrimenti si consiglia di seguire la normale dieta (povera in zuccheri), compatibilmente con quello che la persona si sente di mangiare. Infatti, questa fase è la più delicata in quanto solitamente il giorno seguente la terapia compaiono gli effetti indesiderati tipici della stessa come nausea, vomito e dolori addominali.
Le tre fasi di questa strategia alimentare messa a punto per i pazienti oncologici sono state studiate e formulate nel dettaglio.
Il giorno prima della terapia è importante diminuire il più possibile il “carburante” delle cellule tumorali (gli zuccheri) per indebolirle.
Il giorno della terapia, sin dalla colazione è importante assumere una grande quantità di zuccheri semplici ed alimenti ad alto indice e carico glicemico (pane bianco e marmellata, cornetto e marmellata, biscotti molto dolci). In questo modo le cellule tumorali si comporteranno come un assetato nel deserto che vede un’oasi in lontananza, ignare che di li a poco, oltre che dal glucosio, saranno raggiunte anche dai farmaci chemioterapici.
Il giorno seguente la terapia, è importante non nutrire eccessivamente le cellule tumorali che hanno appena ricevuto la loro dose di veleno (chemioterapico). L’ideale sarebbe quindi fare un ulteriore digiuno terapeutico o cercare semplicemente di introdurre meno zuccheri e carboidrati ad alto IG, oltre a non esagerare con le quantità di cibo in generale.
Tuttavia, il protocollo STOP-EAT-STOP non è applicabile:
– quando si fa chemioterapia giornaliera o settimanale, ovvero con l’assunzione quotidiana/settimanale di farmaci chemioterapici;
– se si segue una terapia a base di farmaci biologici, ovvero anticorpi monoclonali o inibitori della crescita tumorale;
– se vi sono particolari condizioni cliniche come importante sottopeso, deperimento e perdita muscolare, ascite o versamento pleurico ma anche quando ci sono complicazioni cliniche particolari (segnalate dall’oncologo) che richiedono un trattamento nutrizionale differente.
Ad eccezione di queste situazioni, questa strategia nutrizionale si è rivelata essere uno strumento molto valido ed efficace, che deve essere esclusivamente elaborato da un professionistadella nutrizione.