“La sperimentazione del Metodo Montessori alla scuola dell’Infanzia di via Oronzo Quarta non solo è pienamente legittima, ma è anche la storia di una sperimentazione di successo, condivisa e sostenuta dall’amministrazione comunale, dall’istituzione scolastica e dalle famiglie”. Così l’assessora all’Istruzione Giulia Puglia risponde all’interrogazione del capogruppo del Partito Democratico Lorenzo Siciliano, che ha avanzato perplessità sulle autorizzazioni dell’istituto e sui titoli degli insegnanti in riferimento proprio all’applicazione del Metodo Montessori.
La sezione di scuola dell’Infanzia del plesso “Jean Piaget” di via Oronzo Quarta, infatti, sperimenta effettivamente il Metodo Montessori da settembre 2023. La richiesta di applicazione di questo metodo differenziato fu avanzata dai genitori degli alunni frequentanti quella sezione nell’anno scolastico 2022/23 con una raccolta firme, regolarmente protocollata a maggio 2023 all’ufficio Istruzione del Comune di Nardò e alla segreteria dell’allora Istituto Comprensivo Polo 3. La docente titolare della sezione, già in possesso del titolo di differenziazione didattica Montessori per la scuola Primaria (dunque, di grado anche superiore a quello richiesto per la scuola dell’Infanzia), conseguito nel 2014 con formazione autorizzata e riconosciuta dall’Opera Nazionale Montessori, elaborò un progetto di sperimentazione. Che fu poi presentato alla dirigenza dell’istituto, ottenne il parere favorevole unanime del Collegio Docenti a giugno 2023 e fu avviato nell’anno scolastico successivo. Contestualmente, le docenti titolari della sezione hanno iniziato a frequentare il corso di differenziazione didattica Montessori per la scuola dell’Infanzia, organizzato dalla Scuola Oxford di Lecce e riconosciuto dall’Opera Montessori, per conseguire il titolo specifico.
Inoltre, come riportato nella convenzione tra il Miur e l’Opera, “le istituzioni scolastiche, nell’ambito della propria autonomia, possono istituire sezioni di scuola dell’Infanzia secondo il Metodo di differenziazione didattica Montessori” anche senza prevedere necessariamente lo stesso metodo nella scuola Primaria e nella scuola Secondaria di primo grado. A dimostrazione di ciò, in Puglia sono ben 9 le scuole dell’Infanzia statali a Metodo Montessori riconosciute dall’Opera, due delle quali in provincia di Lecce, senza contare quelle private e paritarie.
Grazie all’impegno delle docenti e alla sperimentazione in atto, che rientra a pieno titolo nella libertà di insegnamento garantita dalla Costituzione e dai successivi decreti sull’autonomia scolastica, a Nardò potrebbe presto esserci la terza scuola dell’Infanzia Statale a Metodo Montessori della provincia di Lecce, riconosciuta dall’Opera Nazionale e dal Miur: un arricchimento prezioso dell’offerta formativa del territorio. Naturalmente, le docenti titolari della sezione dovranno prima terminare il corso che stanno frequentando, conseguire il titolo e presentare una richiesta all’Ufficio Scolastico Regionale che provvederà a valutarla. Passaggi normativi che saranno seguiti scrupolosamente, una volta che si renderanno necessari.
“Come accade da anni e per qualunque argomento – aggiunge Giulia Puglia – i dubbi avanzati dal consigliere Siciliano, conditi da tante inesattezze, sono infondati e offensivi. Come al solito, non sa di quello che parla, non studia e allunga la personale collezione di figuracce. La sperimentazione va avanti da più di due anni, è partita nel Polo 3 e, in seguito al dimensionamento, acquisita dal Polo 2, ha il pieno sostegno dell’amministrazione comunale sin dal principio e non è stata neppure menzionata nella locandina dell’ultimo Open Day. Il plesso scolastico “Jean Piaget” di via Oronzo Quarta, peraltro, attrae da sempre numerose iscrizioni, indipendentemente dalla sperimentazione in atto.
Quando si parla di scuola e di bambini, ma direi quando si parla di qualunque cosa, sarebbe auspicabile informarsi e scrivere con cognizione di causa, senza lasciarsi andare a generiche insinuazioni. Fare proprie le imbeccate di chissà chi, non esime da approfondimenti personali, proprio per evitare di dire sciocchezze. Ma, come al solito, non c’è buona fede, non c’è alcun interesse per il mondo della scuola e gli interessi delle famiglie e dei bambini, non c’è la serietà di occuparsi dei problemi nelle sedi opportune, ma sui giornali”.
