Il Museo della Preistoria di Nardò parla dei Neanderthal agli inglesi. Nei giorni scorsi, infatti, la direttrice Filomena Ranaldo ha tenuto a Londra una conferenza dal titolo The Neanderthals in Southern Italy, invitata dalla prof.ssa Ruth Delamain Whitehouse presso l’Institute of Classical Studies (Senate House – University of London).
Il prestigioso istituto dell’ateneo londinese organizza ogni anno approfondimenti su tematiche salienti dell’archeologia internazionale. La grande partecipazione evidenzia l’interesse della comunità scientifica non solo per le ricerche riguardanti la diffusione di Homo neanderthalensis e il successivo arrivo di Homo sapiens nell’Italia meridionale, ma anche per il contributo imprescindibile dato a questa importante fase della storia umana dai numerosi siti del Distretto della Preistoria di Nardò, localizzato principalmente nel parco di Portoselvaggio, e dall’intera regione. Allo stesso tempo, appare indicativo l’interesse degli studiosi anglosassoni, attenti al valore pubblico dell’archeologia e, in generale, della scienza, per le attività di studio condotte dal Museo.
A pochi anni dall’avvio del progetto di ricerche archeologiche per la ricostruzione dei paesaggi stratificati di questo settore del Salento da parte del civico Museo della Preistoria, in piena sinergia con la SABAP Lecce e Brindisi e con le istituzioni regionali, l’interesse intercettato sia tra gli di enti di ricerca (dipartimenti universitari, progetti ministeriali, ecc.) che tra importanti organi di informazione e divulgazione (es. Ulisse, Camper, Linea Verde, ecc.), conferma la portata strategica del patrimonio neretino e l’efficacia della programmazione adottata.
Concentrare sul territorio le attività di ricerca consente il pieno coinvolgimento delle comunità nel processo di conoscenza e nella pianificazione delle attività di tutela, studio e valorizzazione del proprio patrimonio come cita l’art. 2b della Convenzione di Faro: “una comunità patrimoniale è costituita da persone che attribuiscono valore ad aspetti specifici del patrimonio culturale, che essi desiderano, nel quadro dell’azione pubblica, mantenere e trasmettere alle generazioni future.”.