La diatriba sul dimensionamento delle scuole neretine sta determinando un inasprimento dei rapporti tra gli istituti scolastici. Interpretazioni personali inerenti la normativa scolastica, comunicazioni delle rappresentanze sindacali erroneamente decodificate, dichiarazioni di docenti preoccupate per la nuova collocazione, che pregiudicherebbe il loro status professionale, sembrano oramai essere all’ordine del giorno.
Eppure il principio di continuità didattica orizzontale, ossia di collaborazione tra scuola, docenti, Enti locali, famiglie e stakeholders del territorio e di tutta la comunità sociale dovrebbe essere il fil rouge dell’offerta formativa curriculare ed extracurriculare di una scuola moderna e all’avanguardia. Così come risulta fondamentale altresì l’attuazione di una continuità verticale di raccordo del curriculo tra i diversi ordini di scuola.
Fino a poco tempo fa, infatti, la collaborazione tra i docenti era prassi consolidata al fine di ottimizzare i percorsi scolastici dei singoli alunni, organizzando diversi momenti di condivisione e scambio di informazioni, fondamentali e preziosi soprattutto negli anni-ponte, ossia di passaggio da un grado a un altro.
In questo contesto di novità ma anche di incertezze stanno venendo alla luce delle dinamiche particolari: il rapporto umano tra i docenti, l’alunno e la propria famiglia sembra essersi incrinato.
I docenti, infatti, dovrebbero essere parte integrante dell’intera comunità scolastica senza confini tra le diverse realtà e appartenenza. Sembra invece che quest’ultima abbia la priorità sul proseguimento di un percorso scolastico e di un impegno morale con alunni e famiglie già avviato.
Alla luce di ciò, superando le mere posizioni e ambizioni personali che offuscano la giusta via da seguire, si dovrebbe pensare a una Scuola, sì organizzata su due Poli, ma basata su un consolidato bilanciamento e su un rapporto di sinergia tra le parti.
L’unico e condiviso obiettivo finale dovrà essere garantire il successo formativo di tutti gli alunni, che dovranno essere messi nella condizione di poter realizzare la piena formazione della loro personalità, in una Scuola che va oltre gli apprendimenti accademici e che favorisce altresì l’interazione sociale, l’arricchimento della comunicazione funzionale, degli interessi e delle attività, sempre in un’ottica di inclusione e interculturalità.
Lettera aperta, ricevuta e pubblicata integralmente.