Sono molte e diversificate le attività condotte dai Carabinieri del Comando Provinciale di Lecce su tutto il territorio della provincia per contrastare il fenomeno della violenza di genere. Rimane alta quindi l’attenzione dei militari che continuano con le iniziative già intraprese.
Si evidenzia il progetto “una stanza tutta per sé” a seguito del quale sono state realizzate all’interno delle Caserme, “stanze rosa” per creare un ambiente accogliente ed empatico affinchè una donna maltrattata, che decide di rivolgersi alle forze dell’Ordine, si senta ulteriormente determinata nel suo proposito. Nella provincia di Lecce sono state realizzate presso le sedi dei Comandi Carabinieri di Lecce Santa Rosa e Gallipoli.
È di fondamentale importanza la professionalità e il ruolo ricoperto dal militare che per prima accoglie la vittima. Per questo infatti presso l’Istituto Superiore di Tecniche Investigative dell’Arma dei Carabinieri (I.S.T.I.), centro di eccellenza per la specializzazione degli operatori di Polizia Giudiziaria, il personale viene formato da un articolato corpo docente sia civile (accademici, magistrati, analisti, esperti in discipline economico – giuridiche) che militare (ROS, RIS, GIS).
Figura cardine nei contesti di emergenza quali quelli della violenza di genere è rivestita dall’operatore telefonico del 112 che ha un ruolo fondamentale essendo il primo interlocutore della vittima. Prontezza e dedizione nell’ascolto possono fare la differenza in situazioni di estrema delicatezza. È quanto accaduto ad una donna salentina la sera della vigilia di Natale. Dopo una lunga e dura giornata lavorativa, terrorizzata dall’idea di rientrare a casa dove ad attenderla c’era l’ex marito, che a dire della donna aveva già in passato avuto atteggiamenti violenti e persecutori, ha deciso di rivolgersi al numero di emergenza 112. A risponderle è stato il Carabiniere di servizio presso la Centrale Operativa di Maglie il quale è riuscito ad
interpretare perfettamente il suo stato d’animo, ascoltandola attentamente e offrendole non solo assistenza operativa, inviando immediatamente una pattuglia presso l’abitazione, ma anche un sostegno emotivo rassicurandola e trattenendola al telefono sino a quando è giunta a casa.
In questi giorni la donna ha recapitato una lettera in cui ha espresso tutta la sua gratitudine nei confronti di quel Carabiniere scrivendo: “A te che sei riuscito con prontezza, professionalità, umanità e dolcezza a capire il mio stato d’animo, non finirò mai di ringraziarti,” ha detto la donna. “Non sò il tuo volto, ma la tua voce rimarrà indelebile nelle mie orecchie. Con il cuore ti auguro il meglio nella vita privata e carriera. Il nome Marco lo collegherò sempre a te”.
Questa storia è l’esempio di come il potere di una parola rassicurante o di un abbraccio anche virtuale possa influire positivamente sulla serenità delle vittime che trovano sostegno nelle Istituzioni.