Componimento poetico a cura di Ornella De Benedittis.
Incerta l’origine delle cartellate
dalle monache benedettine realizzate
nel lontano millesettecento,
v’è traccia di esse in un documento.
Le monache solevano appuntare
ogni pasto che volevan preparare
nell’Ospizio dei Pellegrini, da lor gestito,
in quel di Bari, in modo compito.
Per leggenda l’origine delle cartellate
è ancor più antica e perpetuate
dal sesto secolo avanti Cristo;
in un dipinto rupestre s’è visto
dolce simile alle cartellate,
nei dintorni baresi allor donate
agli Dei e col tempo a Maria,
la Vergin santa, pura e pia.
La forma è molto particolare
a rosellina, potrebbe rappresentare
l’aureola, le fasce di Gesù Bambino,
il festeggiato, il Salvatore divino.
La forma può ancor richiamare
la corona di spine e pensare
a Cristo trafitto e inchiodato,
sulla croce morente e abbandonato.
Il nome da carta può derivare,
incartellare come accartocciare
o dal greco, molto probabilmente,
ipotesi…di certo niente.
Semplici ingredienti nella ricetta,
pazienza, tecnica ed è perfetta,
lunga e laboriosa la preparazione,
piacevole in compagnia, è tradizione.
Per le feste di Natale le cartellate
dall’antichità son tramandate
ma sulla tavola tutto l’anno presenti
per gustarle con amici e parenti.
Con esse un profumo di magia
si respira e un senso di empatia,
esemplare di condivisione,
fratellanza, affetto ed unione.
Si sente in bocca l’acquolina,
davanti agli occhi una guantierina
di cartellate pronte da mangiare,
insieme ai propri cari gustare.
Allora…buon appetito!
Ornella De Benedittis