È legittima la variante urbanistica adottata con la delibera di Consiglio comunale n. 5/2022, con la quale sono stati confermati i vincoli espropriativi sulle zone destinate alla viabilità ed è stato previsto per i proprietari solo un indennizzo patrimoniale pari alla misura dei cosiddetti “diritti edificatori”. Non solo, sono legittime anche le modalità con le quali il Comune di Nardò calcola l’importo di questo indennizzo. Questo è quanto ha stabilito il Consiglio di Stato con la sentenza n. 6951 depositata il 17 luglio scorso, accogliendo le tesi difensive dell’ente rappresentato dall’avvocato Francesco Cavallo.
La vicenda giudiziaria traeva origine proprio dalla contestazione, da parte di una cittadina neretina, della quantificazione dei “diritti edificatori” operata dagli uffici comunali per ristorare la stessa del “danno” subito dalla prolungata mancata ripianificazione delle aree di sua proprietà, chiesta nel lontano 2008 e poi sostanzialmente vanificata dalla riproposizione nel 2022 della loro classificazione come zone destinate a viabilità. La cifra calcolata e proposta dall’ente per “risarcire” la cittadina, circa 30 mila euro, era stata ritenuta troppo bassa dalla stessa, che aveva fatto ricorso ai giudici amministrativi per chiederne una di oltre dieci volte maggiore, cioè circa 400 mila euro. Il pronunciamento di Palazzo Spada ha, invece, statuito che il Comune di Nardò e i suoi dirigenti e funzionari hanno ben operato formalizzando alla proprietaria una proposta economica valida e legittima.