I ragazzi dell’istituto Comprensivo Polo 2 “Renata Fonte” di Nardò hanno presentato, presso il Pianeta Cinema di Nardò, la proiezione del mediometraggio “TUTTA UN’ALTRA COMMEDIA” ispirato al capolavoro di Dante Alighieri, rappresentando l’atto conclusivo di un progetto cinematografico realizzato in ambito scolastico, con lo scopo di sensibilizzare i più giovani all’uso del linguaggio audiovisivo come strumento educativo e formativo, e stimolare il dialogo sul potenziale che la cultura dell’immagine in movimento può avere nella società. Presente anche Maria Rosaria De Benedittis sceneggiatrice e regista del Mediometraggio che nell’intervista che segue ci racconta com’è nata l’idea.
“TUTTA UN’ALTRA COMMEDIA”
Com’è nata l’idea di creare un film ispirato a Dante e alla sua opera più famosa avendo come protagonisti dei bambini?
Il mediometraggio realizzato con i ragazzi della 5 C dell’Istituto comprensivo Polo 2 “Renata Fonte” di Nardò e proiettato con grande successo nei giorni scorsi al Pianeta Cinema, è scaturito da una domanda che ci siamo poste insieme alle insegnanti Anna Maria Nuzzi e Maria Rosaria De Carlo, referenti del progetto “VianDante tra canti e cantiche” e cioè; se poteva esistere la possibilità di incontro tra Dante e i bambini.
Questo progetto ha naturalmente messo a conto un notevole lavoro di ricerca e preparazione sulla figura del sommo poeta e della sua opera più famosa
Il grande entusiasmo dimostrato dai ragazzi durante l’anno passato con un primo studio su Dante e sulla Divina Commedia è andato ben oltre le nostre aspettative, tanto da invogliaci a continuare il lavoro anche quest’anno, avendo notato, tra l’altro, un’interessante crescita culturale da parte dei ragazzi e un inaspettato spirito critico, meritevole di essere coltivato.
Ma come far entrare Dante nelle “grazie” dei più piccoli?
Dante è vicino ai bambini, più di quanto si possa immaginare, perché lui stesso nella Divina Commedia diventa personaggio di una storia, anzi di una “super fiaba” che incanta e stupisce.
Come in tutte le fiabe che si rispettino, il protagonista dopo aver disobbedito, si perde in un bosco oscuro e tenebroso. Lì incontra il pericolo, il male, ma poi come per magia appare la sua guida, nel nostro caso Virgilio, l’aiuto provvidenziale che lo affiancherà e sosterrà nei momenti più cupi del viaggio. Infine l’amore, la bella fata Beatrice, che lo condurrà alla salvezza quindi verso la felicità con un bellissimo lieto fine. In tutto questo grande rilevanza ha avuto la narrazione teatrale.
Quindi quasi per due anni i ragazzi hanno viaggiato insieme a Dante
Grande affabulatore il poeta racconta la sua avventura con drammaticità ma spesso fonde abilmente ironia, umorismo, e colpi di scena che hanno attirano inevitabilmente l’attenzione dei più piccoli.
E noi li abbiamo ricercati nell’opera, selezionati, estrapolati, trovando il Dante buffo, quello che ha paura, che fa pasticci, che fa mille domande, che sviene e si commuove. A volte l’abbiamo scoperto indifeso, fragile come un bambino, altre ancora comico che fa ridere e infine e non per ultimo il Dante vigorosamente critico nei confronti della società a lui contemporanea.
Il poeta che disapprova la perdita dei valori
Infatti! E’ stata anche la scoperta del pensiero ribelle di questo genio del trecento così ancora incredibilmente attuale e moderno ad appassionare i ragazzi, a suscitare, durante gli incontri di brainstorming, domande provocatorie, liberi pensieri e soprattutto confronti e paragoni con l’inferno di Dante e quello della nostra di società.
Ecco un altro momento di incontro!
Sì, un altro incontro, un’altra importante presa di coscienza da parte dei ragazzi grazie a Dante.
La spontaneità dei bambini, le disapprovazioni, i loro rimproveri verso l’agire “dei grandi” ci ha poste dinanzi ad altre domande.
Quanto il bambino, fisico e interiore, è veramente centrale per noi adulti, per il nostro tempo, per la nostra cultura, per il nostro intero mondo? Di quanti valori universali lo stiamo privando in nome di una logica gretta e utilitaristica.
Non si poteva a questo punto far finta di nulla, non ci si poteva fermare e non pensare seriamente.
L’impronta narrativa della Commedia, che ho rispettosamente preso in prestito, ha concepito la sceneggiatura di “TUTTA UN’ALTRA COMMEDIA” una storia che finge di parlare di un altro mondo, per parlare del nostro e che come nelle fiabe di una volta, quelle crude, non edulcorate, ci chiama a ricordarci di ciò che siamo e di quello che facciamo.