Maurizio De Bitonti ci ha lasciato dopo una ingiusta sofferenza. Una malattia che si è presentata all’improvviso e che lo ha obbligato ad un lungo ricovero.
Aveva solo 62 anni e il suo compleanno cadeva in un giorno speciale, il primo maggio.
Di lui abbiamo apprezzato le doti caratteriali e una predisposizione all’ascolto ed alla collaborazione non comuni. Disponibile e aperto, nell’ufficio postale di corso Garibaldi, dove ha sempre operato con abnegazione e attenzione.
Poi la sua passione per lo sport, il calcio in particolare. Ha ricoperto ruoli da dirigente e il suo tifo per la squadra del cuore, la Juventus, che lo ha portato spesso a confrontarsi, in maniera accesa ma simpatica, con tifosi di altre squadre nazionali. I suoi amici attendevano le vittorie e le sconfitte di Inter e Milan anche per leggere, sui social, i suoi commenti. Per lui vita era partecipazione. E questo deve rimanere come insegnamento a chi lo ha conosciuto e aveva imparato ad apprezzarlo.
Durante una delle ultime telefonate si doleva per non parlare in modo spedito a causa dell’affanno causato dalla malattia ma era contento per piccoli progressi che era riuscito a fare.
Non era possibile non volergli bene anche per cortesia e signorilità che aveva sempre modo di dimostrare con sincerità e spontaneità.
Ai suoi familiari le condoglianze della redazione.