Gestire i figli, soprattutto quando sono piccoli, si rivela in alcuni periodi molto complicato. C’è una fase in cui qualsiasi occasione sembra buona per iniziare un capriccio, che generalmente si verifica tra i 18 e i 24 mesi.
I genitori si sentono messi a dura prova e subentrano sentimenti di frustrazione e rabbia che innescano un circolo vizioso negativo.
E’ opportuno ricordare che la soluzione ai capricci non è il rimprovero, la punizione o l’indifferenza, che al contrario portano il bambino ad amplificare la propria rabbia. Sebbene possa sembrare una condizione ingestibile, un modo per riportare i bambini a uno stato di calma può essere racchiuso in una sola domanda.
In questo modo, mettiamo il bambino nella condizione di analizzare il proprio comportamento e comprenderne l’insignificanza.
La domanda che dovrebbe essere posta ai bambini, che per qualche motivo hanno iniziato a fare i capricci troppo spesso, è: “È un problema grande, medio o piccolo?”. Anche se molto piccoli, i bambini hanno la capacità di distinguere la gravità di un problema, pertanto sono capaci di dare una risposta.
Il metodo non finisce qui: bisogna prendere seriamente la risposta del bambino, qualunque essa sia. Bisogna fargli capire che i problemi grandi sono quelli che non hanno soluzione, quelli medi richiedono una riflessione più attenta e quelli piccoli sono di immediata risoluzione. Sarà lui stesso a capirne l’entità in base alla possibilità o meno di trovare una soluzione.
La reazione dei genitori a questo tipo di comportamento è troppo spesso quella più sbagliata: rabbia nei confronti dei bambini, punizioni insensate oppure indifferenza. Niente di tutto questo porta benefici, ed anzi innesca meccanismi di ribellione e protagonismo nei bambini.
Inoltre, bisogna sapere che i bambini, fin dalla nascita, tendono ad imitare il comportamento degli adulti e di apprenderlo velocemente. Questo si verifica grazie ai cosiddetti “neuroni specchio”, che svolgono una funzione-chiave anche nella pianificazione delle azioni e nella capacità di “mettersi nei panni dell’altro”.
Se alla rabbia del bambino rispondiamo con ulteriore rabbia o agitazione, lui non capirà cosa fare perché la nostra richiesta di calmarsi non corrisponderà, di fatto, al nostro comportamento.
In sintesi, il consiglio è quello di mantenere per primi la calma, chiedere al bambino il perché si stia agitando e interpellarlo sulla gravità di ciò che sta accadendo. inizialmente, questo processo non sembrerà portare ai risultati sperati, ma innescherà nel bambino un meccanismo di auto-analisi che tornerà alla sua mente quando si verificherà una situazione analoga.
A lungo andare, il bambino acquisirà la capacità di auto-regolarsi e, così facendo, la frequenza dei capricci, diminuirà gradualmente.