Se la nostra scuola potesse volare saprebbe di certo dove voler andare: a Kiev, a Mariupol, a Irpin, a Kharkiv, a Mykolaiv, a Leopoli, dove il futuro di due popoli si infrange sotto il tiro delle bombe. Così, con un gioco di immaginazione, abbiamo messo le ali alle finestre diventate il rifugio di mille gru di carta, che raccontano la storia di una bambina e del suo desiderio di pace.
Sadako Sasaki aveva appena due anni quando nella sua città, Hiroshima, il 6 agosto del 1945 esplose la bomba atomica, l’atto finale della Seconda guerra mondiale. Sadako, miracolosamente rimase illesa e crebbe sana fino a gli 11 anni. Aveva appena vinto una gara di bicicletta, sua grande passione, quando le venne diagnosticata una forma grave di leucemia, conseguenza delle radiazioni nucleari. Così venne ricoverata per un lungo periodo in ospedale. Fu il fratello di Sadako, Chizuko, a parlarle di un’antica leggenda giapponese secondo la quale chi fosse riuscito a creare mille orizuru (origami a forma di gru, un uccello migratore dalle grandi ali), avrebbe potuto esprimere un desiderio. Sadako allora iniziò a creare le sue gru di carta. Voleva arrivare a mille. Voleva poter guarire per tornare a gareggiare, ma il suo desiderio andava al di là di una richiesta personale: Sadako chiese la PACE per il mondo intero, per i bambini come lei che non meritavano le sofferenze inflitte dalle guerre. Morì il 25 ottobre del 1955 circondata dalle sue gru di carta, entrate nell’immaginario di tutti i sognatori di pace.
Noi alunni e docenti del Polo 1 di Nardò abbiamo scelto la sua storia per testimoniare il nostro impegno e la nostra speranza per una risoluzione pacifica del conflitto in Ucraina e di tutte le altre guerre “dimenticate” che si consumano nel mondo, perché la PACE è un desiderio nel quale gli ALTRI trovano sempre posto.