Qualche giorno fa mi sono imbattuta in un post su Instagram di una “influencer”, la quale suggeriva saggiamente che quando ha necessità di perdere peso velocemente in vista di un evento elimina per un certo periodo di tempo determinati cibi.
Il post consisteva nell’elencare una lista di cibi da bandire (che per ovvie ragioni non riporterò).
Ora, tralasciando il fatto che non si tenga conto della quantità di persone altamente sensibili a questo tipo di informazioni, in base a quali criteri e titoli ci si senta in diritto di divulgare tali nozioni? E con tale leggerezza?
Purtroppo, la cultura alimentare tradizionale che vede cibi buoni e cattivi è dura da superare.
Eliminare completamente determinate categorie di cibo (anche se per brevi periodi) innesca un meccanismo disfunzionale di credenze in base alle quali si ottengano risultati in termini di perdita di peso solo in questo modo e la concessione di un extra (il famoso sgarro o pasto libero) porta a vivere i giorni infrasettimanali in vista di quel momento.
Da qui, si innesca un ulteriore meccanismo, portando ad una reazione a catena: rinuncia e privazione genereranno un pensiero ossessivo aumentando la desiderabilità di quell’alimento ed eccedendo nel suo consumo appena sarà possibile.
L’eliminazione di alcuni cibi (soprattutto se tra i nostri preferiti) andrà a sregolare l’equilibrio e i livelli di fame e sazietà poiché inizieremo ad ignorarli o ad ingannare lo stomaco e il cervello con alimenti sostitutivi a quelli che effettivamente si desiderano.
Pertanto, se l’obiettivo è quello di perdere peso (ahimè, è questo lo scopo principale della maggior parte di noi) non occorre bandire dalla nostra alimentazione cibi ritenuti poco salutari o non light, bensì occorre mangiare tutto, ma con moderazione, occorre ascoltare i segnali per soddisfare il momento, occorre essere presenti non proiettandosi al weekend.
Saper gestire il cibo giorno per giorno è già un piccolo passo verso il cambiamento: vuol dire iniziare a prendersi cura di sé non maltrattando il nostro corpo con digiuni e la nostra mente con imposizioni e schemi.
Essere mindful vuol dire essere liberi, quindi perché renderci prigionieri di un comandamento che non esiste?