Quante volte abbiamo detto o pensato “Non ho tempo” “Ho troppe cose da fare” “Poi lo faccio”.
E così abbiamo procrastinato o rinunciato a impegno o attività che ci eravamo ripromessi di iniziare, prima o poi.
Ci siamo mai fermati a pensare cosa voglia veramente dire “Non ho tempo”?
Il tempo è definito come la distanza tra gli eventi calcolata nelle coordinate spaziotemporali. Sostanzialmente, vuol dire che tendiamo ad organizzare eventi, impegni e attività affinché tutto possa incastrarsi alla perfezione evitando eventuali sovrapposizioni.
La percezione del tempo, tuttavia, è relativa: è un’esperienza soggettiva del senso del tempo che viene misurata in base alla durata o al verificarsi degli eventi.
In base a questa concezione tendiamo a riempire il tempo con attività più o meno finalizzate: alle volte impegni quotidiani, improrogabili, altre volte sembra di girare a vuoto, ci muoviamo, facciamo, pensiamo, ma senza arrivare a nulla.
La forza dell’abitudine, della routine, dei tanti impegni quotidiani, la vita frenetica fatta di appuntamenti ci ha portati a dare priorità a tutto il contorno, trascurando noi stessi.
Abbiamo mai pensato di inserire qualcosa che ci piace o che ci piacerebbe fare? Fermarsi e prendere del tempo per sé, per esempio.
La vita dei giorni nostri ci ha reso degli automi, agiamo col pilota automatico inserito facendoci trasportare dagli eventi, e non il contrario. Dovremmo essere noi a controllare e gestire la vita, e non viceversa.
Prendersi del tempo per sé, per le proprie passioni, per la propria cura dovrebbe rientrare tra le attività che ci spettano di diritto (come le ferie) non destinandole ad un periodo circoscritto, ma adottando una pratica quotidiana, un po’ ogni giorno, tutti i giorni.
Questo richiede un cambiamento, necessariamente. I cambiamenti, però, non devono essere totali e drastici e imminenti: devono avvenire gradualmente.
Ad esempio, prendersi del tempo per sé partendo dalla colazione. Alzarsi, godere della calma e del silenzio del mattino, iniziare così, dalle piccole cose.
È di uso frequente dire “non ho tempo per fare colazione”. Ma cosa significa? Forse preferiamo la fretta alla calma, preferiamo condividere questo momento con degli estranei piuttosto che rimanere connessi con noi e la nostra mente che pian piano si risveglia.
Dovremmo iniziare a riacquistare il nostro tempo dalle piccole cose, dalle attività basilari, la colazione, per l’appunto. Diamo per scontato questo momento, funzioniamo in maniera meccanica, come anche per la scelta del cibo.
Il cambiamento potrebbe avvenire anche dalla scelta degli alimenti per iniziare al meglio la giornata: capiamo che il cibo dev’essere il carburante per avviarci. Iniziamo a guardare alla qualità, non tralasciando il gusto, anzi!
L’equilibrio è alla base di tutto, sempre.
Perché rinunciare a ricordi d’infanzia? Perché rinunciare a latte e biscotto? Perché non sperimentare una colazione salata?
Ma facciamolo. Abbandoniamo la concezione della mancanza di tempo. Per il cornetto e cappuccino al bar il tempo si trova. I caffè al volo non esistono. Dobbiamo fermarci a ordinare, dobbiamo aspettare che ci venga servito e, infine, berlo. Il tempo scorre, anche in questo caso.
Allora, perché abbiamo tempo per entrare al bar e fare la fila in cassa e non abbiamo tempo per godere della nostra stessa compagnia?
Da quando gli impegni della vita sono diventati più importanti del prendersi cura di noi stessi?
La colazione è un primo passo verso la consapevolezza: abbiamo bisogno di mangiare con cura, masticare con attenzione e vivere il momento presente. La vita frenetica ci ha condotto a dare maggior peso alle preoccupazioni, agli orari, agli impegni, portandoci a tralasciare ciò che veramente conta: noi stessi.
La Mindfulness ha questa finalità: riportare il focus sulla nostra persona, insegna a prendersi cura di sé ascoltandosi, stando nel momento presente e capendo che non abbiamo bisogno di mangiare tanto, ma di fermarci e assaporare ogni momento.