Avete mai provato a prendere una strada senza chiedervi dove questa porti? Avete mai provato a non pensare a cosa vi aspetti domani? Ci siete riusciti?
Certamente la risposta non è affermativa.
Quando decidiamo di intraprendere un percorso, qualunque esso sia, è finalizzato ad un obiettivo da raggiungere.
Ci poniamo un termine, una scadenza, uno scopo e andiamo avanti per la nostra strada, dritti come un treno, determinati più che mai a voler raggiungere quella meta.
Ed è mai capitato che alla fine di quel percorso il risultato atteso non abbia rispecchiato l’aspettativa deludendoci e portando ad abbandonare l’obiettivo?
Credo che la risposta in questo caso sia affermativa.
Siamo programmati per perseguire uno scopo. È la natura umana. Ogni cosa deve portare ad ottenerne un’altra. Non si fa niente per niente. Eppure questo modo di pensare e di agire ci ha deluso, credo anche spesso.
Nonostante questo non modifichiamo il nostro agire.
Quando decidiamo di intraprendere un percorso alimentare, il primo obiettivo è il numero della bilancia: perdere i chili in eccesso e ritornare al peso forma. Allora iniziamo: alimentazione curata, precisi al grammo e allenamento, determinati e diretti verso l’obiettivo. Veder calare quel numero sulla bilancia.
Poi cosa accade?
Quel numero fatica a scendere, i tempi per raggiungere l’obiettivo sono lenti ed ecco la demotivazione, lo sconforto e la delusione.
Decidiamo di lasciar perdere, “non fa per me” e si allenta la presa. La motivazione cala, si fa più flebile e l’alimentazione si segue ad intervalli alterni, inserendo qua e là un fuori programma.
Eppure non siete soddisfatti neanche così.
Cos’è che vi manca? Cosa c’è che non va?
Il punto è che pensiamo troppo all’obiettivo, ci focalizziamo esclusivamente su ciò che vogliamo ottenere tralasciando il resto.
Non ci si accorge che sono avvenuti piccoli cambiamenti, che sono state inserite nuove abitudini, dalla totale sedentarietà, ad esempio, abbiamo fatto una passeggiata, abbiamo preso una boccata d’aria, il contatto con la natura, i colori, i suoni, gli odori, abbiamo dedicato del tempo a noi stessi, ci siamo voluti bene.
Abbiamo fatto qualcosa per noi.
L’obiettivo è passato in secondo piano.
E lo stesso vale per l’alimentazione.
Seguire un’alimentazione equilibrata, mangiare quello che mi va e quando mi va perché ascolto e riconosco i segnali che mi invia il mio corpo, cosa mi chiede e perché me lo chiede e io lo ascolto, a volte lo assecondo, altre volte lo comprendo.
Niente più effetti yo-yo.
Diamo la giusta energia al nostro corpo e la mente è più lucida e positiva.
Non è importante avere alcun obiettivo, gli obiettivi devono essere a lungo termine, non hanno una data di scadenza; le nostre abitudini, le nostre azioni, i nostri pensieri devono essere tali nel corso della vita, non finalizzati ad un solo obiettivo.
Gli obiettivi rappresentano tappe intermedie di un percorso in continua evoluzione.
Con la mindfulness impariamo a essere anziché a fare, scoprendo che senza cercare di arrivare da nessuna parte, siamo semplicemente ciò che siamo.
Si è proiettati al momento presente e si diventa consapevoli anche di minimi cambiamenti che avvengono dentro e fuori di noi. È proprio quando non saremo più ancorati all’obiettivo che avverrà il cambiamento. Senza ansie di dover perseguire per forza qualcosa, senza aspettative, senza preoccupazioni.
Semplicemente siamo. In questo momento. E l’azione è rivolta ad ora. Quello che accadrà più avanti non ci riguarda, non è prevedibile e sarà sicuramente diverso da come è stato programmato.
Pertanto, cari lettori, non cerchiamo risultati, godiamoci e apprezziamo il momento presente, vogliamoci bene e congratuliamoci con noi stessi per quello che siamo e che abbiamo fatto in questo momento. Non cerchiamo risultati, piuttosto diamoci maggiori attenzioni, non cerchiamo fuori di noi l’obiettivo o la motivazione. Dobbiamo essere noi i nostri stessi fan, apprezzarci ogni giorno e impegnarci costantemente al fine di costruire una sana relazione con noi stessi, senza data di scadenza.