Dal punto di vista atletico, il calcio è uno sport che esalta le caratteristiche di corsa, coordinazione fisica ed equilibrio. Ogni sessione allenante prevede sia una parte di lavoro aerobico, che mira a potenziare le caratteristiche di resistenza, sia una parte di lavoro anaerobico con esercizi mirati a rinforzare l’intera struttura corporea, senza appesantirla; infatti, le doti fisiche di agilità dovranno essere salvaguardate.
L’allenamento nello sport del calcio è impegnativo a seconda del livello di competizione. I requisiti nutrizionali individuali sono determinati da vari fattori quali carico di allenamento, esigenze specifiche degli atleti, obiettivi di allenamento e di composizione corporea e infine, non per ordine di importanza, dallo stato di salute degli atleti. Per quanto riguarda il fattore rappresentato dal carico di allenamento questo è legato in maniera direttamente proporzionale all’introito di carboidrati con l’alimentazione: durante i periodi di allenamento intenso i giocatori di calcio dovrebbero seguire una dieta ricca di carboidrati per soddisfare le grandi richieste energetiche dell’organismo, mentre durante i periodi di allenamento più blando o di riposo dovrebbero introdurre meno carboidrati, visto il minor dispendio energetico.
Gli schemi del gioco del calcio, che prevedono lunghe corse, sprint e continui cambi direzionali, riducono notevolmente i depositi di carburante muscolare (glicogeno) e questo può causare affaticamento e portare a una drastica riduzione della velocità di corsa durante le fasi successive del gioco. La deplezione del glicogeno muscolare è una delle principali cause di insorgenza della fatica.
E’ importante curare ogni aspetto nutrizionale nel calciatore; infatti, avere un professionista che valuta, monitora e ottimizza lo stato nutrizionale del calciatore è fondamentale per diversi motivi strettamente legati tra loro: migliorare la composizione corporea dell’atleta, sostenere adeguatamente la performance sportiva e quindi fornire all’organismo sia durante gli allenamenti quotidiani che le partite settimanali i nutrienti adeguati, migliorare il recupero e prevenire gli infortuni.
Altro elemento essenziale è il fabbisogno di liquidi che durante le partite può essere considerevole a causa dell’elevata intensità dello sforzo fisico svolto. Uno stato di disidratazione influenza negativamente le varie componenti che definiscono la prestazione atletica in campo come resistenza, velocità e processo decisionale. Assumere fluidi con tutti i pasti e spuntini, bere 200-400 ml prima dell’allenamento e reidratare l’organismo subito dopo lo stesso sono strategie utili per avere un buon livello di idratazione corporea.
L’allenamento e la gara aumentano di molto la richiesta energetica del giocatore di calcio, sia in termini di macro che micronutrienti. Tali richieste possono essere soddisfatte da un piano alimentare elaborato ad hoc dal nutrizionista che saprà quali sono le esigenze nutrizionali dell’atleta e quali supplementi consigliare per contribuire al miglioramento della performance sportiva.
In genere il calcio è inteso come carriera professionale ad alti livelli, tuttavia molti giocatori dilettanti hanno anche impegni di lavoro e di studio e non è semplice gestire anche gli impegni di allenamento. In questo contesto le buone abitudini alimentari fanno una grande differenza dentro e fuori dal campo.
Voglio concludere l’articolo con una frase di Maughan: ‘Non esistono diete o cibi miracolosi capaci di trasformare un giocatore mediocre in un campione, però abitudini alimentare scorrette possono trasformare un potenziale campione in un atleta mediocre.’